Rete 4 è un canale televisivo italiano privato a diffusione nazionale fondato il 4 gennaio 1982 dalla Arnoldo Mondadori Editore, acquisito nel 1984 dalla Fininvest e poi gestito da Mediaset. La rete è di tipo generalista orientata principalmente a un pubblico di adulti, offrendo soprattutto cinema, telefilm, informazione, intrattenimento e sport.
Le trasmissioni iniziano il 4 gennaio 1982. Il network nasce dalle ceneri del circuito GPE – Telemond della Mondadori e attivo sin dal 1979. La proprietà fa capo a una società a responsabilità limitata compartecipata dalla Mondadori (62%), dal Gruppo Editoriale L’Espresso di Carlo Caracciolo (20%) e dall’editore Perrone (18%). La presidenza della rete viene affidata a Massimo Ruosi (sostituito nel 1983 da Mario Formenton), mentre la direzione del palinsesto è affidata ad Angelo Romanò[1]. Le agenzie per la raccolta pubblicitaria su cui poggia sono GPE e Manzoni. Alla sua partenza Rete 4 si articola in 22 emittenti locali, alcune delle quali di proprietà Mondadori (attraverso la controllata Telemond) e Perrone, altre semplicemente affiliate. In questo periodo in Italia non era consentito a una sola rete televisiva privata trasmettere su tutto il territorio nazionale e pertanto, come avveniva con altri network dell’epoca, varie stazioni locali affiliate trasmettevano gli stessi programmi allo stesso orario, aggirando di fatto la legge che impediva l’esistenza di reti nazionali private. Emittenti capofila del circuito erano la capitolina RTI La Uomo TV (nata nel 1981 dalla fusione delle due emittenti RTI Rete Televisiva Italiana e La Uomo Tv) e la milanese (già bergamasca) Video Delta.
Tra le emittenti regionali che si interconnettevano con il network di Retequattro vi erano Telestudio (Piemonte e Valle d’Aosta), Video Delta e Canale 51 (Lombardia), TVR Televerona (Veneto), TeleBarbara (Friuli-Venezia Giulia), TN4 Telenord, Tivuesse Telesecolo (Liguria), Video Emilia Romagna e TeleReggio (Emilia-Romagna), Tele Libera Firenze (Toscana), Tele Radio Centro Italia (Umbria), TVP Telecolor (Marche), Tele Commerciale Abruzzese (Abruzzo), RTI La Uomo TV (Lazio), Teleuropa (Campania), Teledue, Antenna Sud e Tele Salento (Puglia, Basilicata), Telespazio Calabria (Calabria), TRM Tele Radio del Mediterraneo, Antenna Sicilia e Video Siracusa (Sicilia), La Voce Sarda (Sardegna).
La programmazione inizialmente era di otto ore al giorno, iniziando alle 14:00 con le telenovelas, alle quali seguivano film, telefilm e cartoni animati; seguiva alle 21:15 Novanta secondi, un programma d’informazione con Piero Ottone, Giorgio Bocca e altri famosi intellettuali. Infine le trasmissioni venivano chiuse con un film.
Per lanciare il nuovo canale televisivo, venne ingaggiato come direttore artistico Enzo Tortora, che condusse anche la trasmissione Cipria e fece acquistare i diritti di famosi serial statunitensi come Dynasty e Venti di guerra oltre a inaugurare la lunga stagione delle telenovelas sudamericane che ne segnarono l’identità per oltre un decennio, dapprima grazie all’accordo con il network brasiliano Rede Globo, in seguito grazie a precise scelte editoriali oltre a produrne alcuni in proprio. Grazie poi ad accordi con il network ABC vennero acquisiti i diritti di trasmissione di popolari serie di telefilm americane, come il già citato Dynasty, così come dei cartoni animati della Walt Disney (Mondadori deteneva i diritti di pubblicazione del periodico Topolino) e alcuni tra gli anime giapponesi e cartoni animati americani più famosi degli anni ottanta.
Vennero ingaggiati per la rete famosi personaggi come Enzo Biagi, Sandro Mazzola, Maurizio Costanzo, Paolo Panelli, Loretta Goggi, Luciano Salce e Pippo Baudo. Altri programmi che vennero lanciati in questo primo periodo furono il Maurizio Costanzo Show e M’ama non m’ama. La rete si caratterizzava anche per una programmazione a carattere culturale e di approfondimento, e nel 1982 nacque anche una sorta di primo telegiornale denominato Ultimissima, diretto da Roberto Quintini.
Nel 1983 avvenne il clamoroso sequestro da parte della magistratura della videocassetta registrata dai brigatisti rossi con il processo e la condanna a morte di Roberto Peci, fratello del brigatista pentito Patrizio, alla vigilia della sua messa in onda nel programma di interviste Gli speciali di Retequattro curato da Carlo Gregoretti ed Enzo Biagi.
Nell’aprile 1983 Loretta Goggi condusse il primo varietà di Rete 4, Gran varietà, affiancata da Paolo Panelli, Luciano Salce, che era anche regista della trasmissione e Vittorio Gassman come presenza fissa. A seguito dell’omonimia con le reti pubbliche della Rai, il 3 ottobre 1983, Rete 1, Rete 2 e Rete 3 cambiarono denominazione in RaiUno, RaiDue e RaiTre, in modo che non si potesse pensare che il nuovo network fosse il quarto canale televisivo dell’azienda pubblica.
In questa fase si contrappone spesso a Canale 5 ad esempio trasmettendo il serial Dynasty di mercoledì, stessa sera in cui Canale 5 proponeva l’equivalente Dallas, oppure trasmettendo al giovedì Un milione al secondo, gioco a premi condotto da Pippo Baudo, in diretta concorrenza con il Superflash di Mike Bongiorno e inoltre, nel 1984, col programma del sabato sera Stupidissima trasmesso in contemporanea con Risatissima; il programma di Retequattro era un collage di vari spezzoni cinematografici tratti dalle pellicole di Lino Banfi, Renato Pozzetto, Paolo Villaggio, Teo Teocoli, Massimo Boldi e molti altri, di cui il canale deteneva i diritti di trasmissione; Canale 5 accusò Mondadori di concorrenza sleale poiché nello show prodotto dal Biscione comparivano gran parte dei comici presenti anche nel programma di Retequattro[2]. La diatriba si risolse con il divieto per Rete 4 di trasmettere filmati aventi come protagonista Lino Banfi, conduttore dello show concorrente.
La prima visione TV assoluta per l’Italia del film Guerre stellari di George Lucas, è stata trasmessa dalla Rete 4 mondadoriana nel dicembre 1983 all’interno del ciclo di film Martedì Superstar (ciclo proposto in risposta al Lunedi Film di RaiUno). Tra gli altri film trasmessi da tale ciclo durante tutto il 1983, sempre in prima visione assoluta, ci furono: Superman, Love Story, L’inferno di cristallo, King Kong, Terremoto, Lo squalo e molti altri famosi blockbuster cinematografici statunitensi degli anni settanta.
Nonostante le buone premesse e l’ingaggio di personaggi popolari, in pochi mesi la rete è oberata di debiti. Nel gennaio 1984 escono dall’azionariato della rete l’editore Perrone e la Sopaf di Jody Vender (quest’ultima era diventata azionista dal 1983); Mondadori e Caracciolo rimangono come unici azionisti. Contestualmente, Leonardo Mondadori subentra a Mario Formenton come direttore generale del canale, mentre la direzione del palinsesto viene affidata a Carlo Freccero, già direttore di Canale 5 e Italia 1. Alla crisi contribuì il flop del 1983 di Venti di guerra, miniserie statunitense acquistata a caro prezzo dal network ABC che venne sconfitta dalla fiction Uccelli di rovo in onda nello stesso orario su Canale 5. La concorrenza delle reti commerciali della Fininvest, che iniziava a delinearsi come leader del mercato pubblicitario dopo aver acquisito dall’editore Rusconi il network di Italia 1, aveva costretto il canale ad accontentarsi di una fetta pubblicitaria più limitata, in virtù dei ridotti mezzi di trasmissione e della politica pubblicitaria, ai limiti del dumping, delle reti Fininvest.
Il 18 giugno 1984, il direttore Freccero tenne una conferenza stampa per la presentazione della nuova stagione 1984/85 di Retequattro: nelle intenzioni del direttore, la rete avrebbe dovuto dare spazio consistente all’informazione, con nuove trasmissioni condotte da Enzo Biagi, Enzo Tortora e Maurizio Costanzo, oltre che nuovi programmi (tra cui un game show, ispirato al format di Family Feud, che avrebbe dovuto chiamarsi Scontro in famiglia)